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 Top Gun vendica Luna Rossa - Avion nei cieli, Teo e Irene vincitori morali



Top Gun vendica Luna Rossa
Avion nei cieli, Teo e Irene vincitori morali





E vabbè. Ha vinto il “Sentimento”. Italiani, popolo di eroi, santi (rinominati dagli ambasciatori), navigatori minacciati dalle avventate mire neozelandesi e…aviatori. S’involano gli Avion Travel di stirpe campana e squillano le trombe sul cranio lucido del loro vocalist che vendica De Angelis, dopo la notte rovinosa contro Black Magic. E meno male che il turismo italiano è in flessione. E’ l’anno del Giubileo. Volate Avion Travel. La Giuria di qualità fa il solito colpaccio. Mike si porta via il Premio-Fedeltà per gli undici Festival e mezzo presentati (con una valletta svenuta, tante donne mute come pesci al suo fianco e un duello a distanza con Baudo vinto per cocciutaggine) e s’accontenta della seconda piazza l’Irene Grandi di Firenze che con la sua aria sbarazzina, gran voce e temperamento, spigliatezza ed uno splendido motivo “ficcante” molto VascoRossi-style poteva stravincere e si è comunque aggiudicata il trionfo su Internet. L’hanno votata i ragazzi e non solo. Perché è vivace e non s’è montata la testa, è rimasta l’Irene del “Motivo Maledetto” e si merita il successo. Piega la testa e sorride Gianni Morandi di Monghidoro. Eterno ragazzo. Disinvolto e rampante si è portato appresso il ruolo di”favorito d’obbligo” anche per quella “zampata” del compagno di nazionale Ramazzotti che gli aveva cucito addosso un pezzo da vittoria e continuava a dirgli che era quello giusto per coronarlo ancora Re. Invece, è rimasto all’ombra di un terzo posto che è medaglia di bronzo mica da buttar via. Però, a un plurivincitore di Cantagiri e Canzonissime, quasi quarant’anni di carriera, si poteva chiedere di più.
Ciao a Sanremo 2000, il Festival del cinquantennale. Ciao con Tony Renis ”Premio alla carriera”, il Tony di “Quando quando quando” che ha portato l’Italia in America da buon Crisotoforo Colombo delle settenote: ha trovato il nuovo continente e l’ha istruito alle nostre melodie ritmate ed ora che i trionfi son diventati mondiali coi trofei di Celine Dion & C. , Tony torna a ritirare il dovuto riconoscimento. La Piccola Orchestra Avion Travel beniamina della stampa si pappa il piatto ricco. Vittoria al Festival, più miglior musica e miglior arrangiamento. Il miglior testo è di “Cronaca”,il pezzo cantato da Luna fra i giovani. Ed il “premio della Critica” impeccabilmente intitolato alla grandissima Mia Martini è del bel tenebroso Samuele Bersani, altro “pupillo” dei critici doc. E guardate cosa t’ha fatto anche stasera la Giuria di Qualità, scombinando i valori della Demoscopica e portando su in alto Max Gazzè il metrico-ritmato col suo “Timido ubriaco”, poesia d’avanguardia su scansioni musicali inusuali. Alla giuria di Dario Argento, Carlo Alberto Rossi e Bongiorno è piaciuto dare il “tocco da Re Mida” e gli Avion Travel, presi sottogamba dalla giuria popolare, si son ritrovati in vetta. In volo-premio, in picchiata, tosti come veri Top Gun del cielo azzurro-ligure di questo febbraio quasi marzo.

E’ stato il Sanremo dei sogni infranti ai recidivi cantori che da anni recitano gli stessi brani. Bocciati Masini e Tozzi. Confinanti nel limbo anche Minghi e la Nava, così dolci nel rimbalzarsi addosso i loro versi ispirati “Speranze come te/paura come te/ futuro come te..” e l’incomunicabilità, brutta bestia di questo mondo che si rifugia nelle fitte trame della rete telematica per cercare voci (o chat) amiche, si è specchiato per un attimo nelle loro storie incrociate di artisti incappucciati nello loro ambigue solitudini. Si è ritrovata in fondo anche Mietta, gonfia d’orgoglio e passione nell’urlare al mondo la sua “Fare l’amore”. L’ha fatto senza troppo dolersi, come nel suo debutto sanremese undici anni fa quando coltivava forse altri sogni destinati poi a morire all’alba. O forse solo al primo scontro frontale, al primo litigio kolossal e il trottolino amoroso ha girato un po’ a vuoto stasera. Verranno altre giravolte, Mietta. Tranquilla. Il tuo tocco di bellezza mediterranea (giuro, senza allusioni ai quattro-salti-in-padella) abbinato alla tua timbro caldo e suadente troverà sempre estimatori.. Sta lì fra color che son sospesi l’algida Alice dal trucco sofisticato, spiritato etereo inaccessibile spillo conficcato sul pavimento del Casinò nei suoi completi che danno tenebra ai pensieri e alle emozioni. E poi Carmen Consoli electro-rock dalla chioma rasata sghemba e pittata bicolore distorta nel canto per amanti giovani, vedrai come va forte nelle top-charts e poi Gerardina Trovato, sopravvissuta a gechi e vampiri e poi i Subsonica , altri sicuri vincenti nelle vendite fra i giovani acculturati di contro-trend e ovviamente i Matia Bazar , usciti dal tunnel del dopo- Ruggiero, con la nuova vocalist Silvia Mezzanotte che ha fatto finalmente luce e li sta trainando verso un giorno migliore con quel “Brivido Caldo”, nostalgico e celebrante che li ripaga dei grandi rivoluzionamenti e travagli.
Ciao a Sanremo con Gigi D’Alessio tanto strapazzato e così italiano, partenopeo come Ranieri di cui ricorda la maschera e i grandi cantori di stampo Posillipo.. Nessun dorma. O forse adesso, si rilassi pure. Sanremo è finito. Finito con Bono e The Edge in pista a far da estremi portavoce alle crociate politico-sociali , grande rock o Irish Coffee che fa spuntare i lucciconi a Pavarotti e Sting il “colto” suffragetto col suo soft-rock da ex Police ormai istruito a più pacate performances e l’algerino a fargli da spalla. Sanremo 2000 corre via affidandosi agli eterni e sottolineati cambi d’abito della Sastre che scende giù con passo ironico, forse ripensa alla sua risata-nitrito e non rifa il verso alle topmodel delle sfilate milanesi e Teocoli prosegue la sua rapace “corte” alla violinista, anche nei panni di un’altra sua immensa “creatura”: il presidente USA Bill Clinton. Mancava all’appello. Il Teo è il vero fiore all’occhiello di questo Festival.diciamo pure che Sanremo l’ha vinto lui con la sua vena di comicità impagabile, grande miniera di gags” e satira naturale, sgorgante rapida e immediata come in tanti “macchiettisti” doc del passato. Bravo Teo che ti fidi ancora dell’istinto e prendi dall’estro a-nche quel che il copione non t’ha mandato a memoria. Nel Sanremonotte si son battezzati grandi i televenditori Fichi d’India, bollenti nei loro dispetti alla Marcuzzi. Pavarotti ha fatto cantare anche Fazio con quel “Pippo, dammi la mela” dedicato forse a Baudo, neo-Guglielmo Tell. Mike l’ha colpito in pieno, bersaglio fatale con quel premio-Fedeltà. Che ne dirà il Superpippo nazionalpopolare? Si è rivisto anche Tom Jones, grande mito anni 60 c n quel “Delilah” da tanti brividi in più. Anche con “Sex bomb” tuona che è un piacere e certe voci ti riconciliano con la musica mondiale. E’ stato un festival con la voglia di tener fede alla tradizione. A parte i soliti replicanti di se stessi (Venditti compreso anche a prua o al timone della sua nave), il rap scioccante di Jovanotti, il contro-rap di Teo-Galliani e i tanti super-ospiti da top-ten internazionale, abbiamo visto premiate le smanie di etnia rock-mantica degli AvionTravel diventati ormai Piccola Orchestra. Sul mare luccica/la nostra barca. E dai. Chi non ha pensato a Luna Rossa e alle regate magiche?? Ecco il segreto. Essere al momento giusto nel punto giusto. La “stella d’argento” ha portato l’oro. E Irene Grandi fa il Cutugno della situazione. Le dona solo di più il look vagamente..nerazzurro (un dispetto al Berlusca?) ed ha un sorriso da sballo e il pepe addosso. Saprà condirsi altrove il suo trionfo. In concerto, in radio, nei negozi di dischi. Fazio si congeda nel suo Sanremo-bis, paggetto e primo della classe dall’aria per bene e torna alle sue domeniche calcistico-ironiche col Teo sempre “ala “protettiva. E Pavarotti? Gran Maestro, ha presenziato e giocato, fatto lezione di canto alla Sastre e rassicurato l’ambiente. Viva gli Avion Travel che porteranno l’Italia a sfrecciare nei cieli, sentimento al vento. La Giuria Qualità ha votato così e così sia. La lunga settimana del MaxiFestival si è chiusa. Come un lungo smisurato unico dì. Da Mezzanotte a Bongiorno. Come in un sol balzo.



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